Cambiano trova le sue origini in epoca romana, quando la zona era attraversata da una strada militare che collegava la pianura padana alla Francia; ritrovamenti di monete bronzee con il volto dell’Imperatore Antonino fanno pensare al III secolo D.C.
Il suo nome per la prima volta si registra in un documento del X secolo e in seguito nei Catasti Antichi di Chieri del XIII secolo, dove si parla della “Villa Veteri Cambiani”, ovvero dell’antico abitato formato da capanne sito forse a nord-ovest dell’attuale paese.
La zona venne poi abbandonata per motivi ad oggi sconosciuti e Cambiano fu costruito nella posizione odierna su un’altura e munito di un castello.
Cambiano, che è spesso citato nei cartari dell’Abbazia di Nonantola (Modena) per i molti terreni da questa posseduti nella zona, a partire dall’XI secolo entrò nell’orbita della vicina e potente Repubblica di Chieri.
Cambiano giurò fedeltà e sottomissione a quest’ultima e ottenne privilegi e diritti simili alla città chierese che altri alleati non ebbero.
In seguito alla battaglia tra Savoia-Acaja e i Marchesi del Monferrato, il 19 maggio 1347, Cambiano si sottomise ai Savoia e nel 1418 entrò a far parte del Nuovo Stato Sabaudo, retto dal Duca Amedeo VIII.
Dal XVI al XVIII secolo Cambiano passò da un signore all’altro.
Divenne innanzitutto feudo del conte Carlo Scotto di Piacenza e poi venne donato ad Alessandro Borgarelli di Chieri come ricompensa per la sua difesa del forte di Ceva.
Appartenne in seguito, tra le altre, alle famiglie Provana di Parella e Turinetti di Priero e di Pertengo. Passò infine a Cesare Ferrero, figlio adottivo di Brunone (ultimo Turinetti di Pertengo) e di Adele Ripa, che ebbe il titolo di marchese di Cambiano.
Negli anni dell’Impero Napoleonico, Cambiano fu annessa alla Francia e divenne parte del Dipartimento della Stura; con la Restaurazione, e nello specifico nel 1815, ritornò ai Savoia e iniziò una fase di sviluppo e modernizzazione.
Il testo è tratto dall’introduzione del 2011 a cura di Chiara Marchese e Marinella Bianco con supervisione del 2023 a cura di Teresa Martini ed Emma Mariotto.