{"id":44,"date":"2023-07-22T11:02:49","date_gmt":"2023-07-22T09:02:49","guid":{"rendered":"http:\/\/80.211.238.222\/wp-cambiano\/?page_id=44"},"modified":"2024-03-30T10:31:28","modified_gmt":"2024-03-30T09:31:28","slug":"3-il-colera-a-cambiano","status":"publish","type":"page","link":"http:\/\/80.211.238.222\/wp-cambiano\/index.php\/3-il-colera-a-cambiano\/","title":{"rendered":"3. Il colera"},"content":{"rendered":"\n

a cura di Teresa Martini ed Emma Mariotto<\/p>\n\n\n\n

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Il colera fece la sua prima apparizione in Europa nel 1830 proveniente dall\u2019India; in Piemonte si manifest\u00f2 nel 1835 e raggiunse il Cuneese arrivando dalla Francia.<\/p>\n\n\n\n

Il 10 agosto di quell\u2019anno il Consiglio Comunale di Cambiano si riun\u00ec per dare attuazione al decreto dell\u2019Intendenza Generale, datato 6 dello stesso mese, il quale prescriveva una perizia sulle acque dell\u2019abbeveratoio pubblico detto \u201cl\u2018avajrol\u201d per verificare se esso fosse idoneo a garantire la \u201cSalubrit\u00e0 pubblica\u201d. L\u2019abbeveratoio in questione doveva trovarsi lungo il viale alberato di fronte all\u2019Ospizio \u201cVincenzo Mosso\u201d e le sue acque venivano usate per dissetare il bestiame e costituivano una scorta in caso di incendio. <\/p>\n\n\n\n

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L’incrocio dove era ubicato anticamente l’abbeveratoio<\/figcaption><\/figure>\n\n\n\n

Gli amministratori comunali, che sette giorni prima si erano rifiutati di prendere in considerazione la possibilit\u00e0 della sua chiusura proprio per l\u2019uso che se ne faceva, furono costretti a sentire il parere dei medici cambianesi Vincenzo Masera, Gioanni Torreri e Massimino Lupotto.<\/p>\n\n\n\n

Il giudizio fu unanime: le acque putride esalavano cattivi odori e potevano provocare febbri, malattie ed essere \u201ccausa predisponente al malore che ci minaccia\u201d. Vi era quindi necessit\u00e0 indifferibile ed urgente di otturarlo riempiendolo di terra.<\/p>\n\n\n\n

Il 19 agosto il Consiglio dovette affrontare il problema delle cure e dell\u2019ospitalit\u00e0 da prestare agli ammalati in caso di \u201cinvasione dal cholera\u201d. La prima cosa da fare era trovare una casa in grado di ospitare i poveri senza abitazione o con abitazioni in condizioni precarie, la seconda procurare letti, biancheria, alimenti e farmaci. Una casa veniva offerta da Giuseppe Raymond, mentre un\u2019altra era in trattative tramite la Commissione di sanit\u00e0.<\/p>\n\n\n\n

Per le restanti necessit\u00e0 venne stanziato un fondo di lire 1.042,50 e si diede incarico al vicesindaco Antonio Martini di acquistare dieci trapunte, dieci coperte catalogne di lana, trenta lenzuola, confidando che \u201cle panchette per i letti, pagliericci e minori lingerie siano somministrate dalla piet\u00e0 ed amore del pubblico bene delle persone agiate e caritatevoli…\u201d.<\/p>\n\n\n\n

Ma il colera risparmi\u00f2 Cambiano e l\u2019unico morto si ebbe l\u20198 settembre: nel registro delle sepolture il parroco Compayre annot\u00f2 in latino che alle ore 4,30 del mattino era morto Gambino Secondo di Villanova d\u2019Asti. Venne sepolto con urgenza alle ore 1,30 pomeridiane dello stesso giorno a causa molto probabilmente della malattia contagiosa: tutto, infatti, fa supporre che il Gambino fosse stato colpito dal colera.<\/p>\n\n\n\n

Nel 1854 ci fu un\u2019altra importante epidemia di colera, ma anche questa volta il paese venne risparmiato. <\/p>\n\n\n\n

Il Timmermans nel suo libro Le epidemie coleriche<\/em> riporta: \u201c\u2026a Pecetto si ebbero due casi; uno solo ma fatale a Lanzo, Cambiano e Poirino\u201d. Il registro parrocchiale delle sepolture del 1854 non fornisce alcuna informazione sulle cause dei decessi per cui non \u00e8 stato possibile individuare la persona colpita.<\/p>\n\n\n\n

Meritevole di attenzione \u00e8 lo studio del colera fatto dal medico cambianese Lorenzo Martini (Cambiano 1785 \u2013 Torino 1844), che si afferm\u00f2 grazie alle sue notevoli doti e ricopr\u00ec alcuni importanti incarichi, tra i quali quello di Conservatore generale del vaccino, docente di medicina legale e Rettore dell\u2019Universit\u00e0 degli studi di Torino. Nel 1835 fu membro della Commissione medica voluta dal re per il colera.  Egli si occup\u00f2 di come poter sfuggire al morbo e dei primi soccorsi da prestarsi ai colpiti. Su questa malattia diede alle stampe due opere: Della colera indica <\/em>nel 1831 e Invito a medici piemontesi all\u2019occasione del cholera – morbus<\/em> nel 1835. Singolare il fatto che proprio a Cambiano, dove era nato un tale luminare di medicina, esperto di colera, gli amministratori comunali siano stati inizialmente restii a prendere provvedimenti per evitarne la diffusione!<\/p>\n\n\n\n

Tratto da AS 18, Ordinati, 10 agosto 1835 e 19 agosto 1835<\/em><\/p>\n\n\n\n