{"id":46,"date":"2023-07-22T11:03:22","date_gmt":"2023-07-22T09:03:22","guid":{"rendered":"http:\/\/80.211.238.222\/wp-cambiano\/?page_id=46"},"modified":"2024-03-30T10:32:32","modified_gmt":"2024-03-30T09:32:32","slug":"4-la-nuova-facciata-della-parrocchiale-nel-1740-scavi-e-ritrovamenti-di-ossa","status":"publish","type":"page","link":"http:\/\/80.211.238.222\/wp-cambiano\/index.php\/4-la-nuova-facciata-della-parrocchiale-nel-1740-scavi-e-ritrovamenti-di-ossa\/","title":{"rendered":"4. Bernardo Vittone e la nuova facciata della Parrocchiale nel 1740: scavi e ritrovamenti di ossa"},"content":{"rendered":"\n
A cura di Teresa Martini ed Emma Mariotto<\/p>\n\n\n\n
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L\u201911 luglio 1738 il Consiglio Comunale prendeva in esame l\u2019istanza presentata dagli ufficiali della Compagnia del SS. Sacramento in cui si metteva in evidenza la necessit\u00e0 di eseguire alcune riparazioni alla Chiesa Parrocchiale, fra le quali la pi\u00f9 importante ed indifferibile era quella alla \u201cmuraglia\u201d della facciata. <\/p>\n\n\n\n
La chiesa a quel tempo era di propriet\u00e0 della Comunit\u00e0 che doveva occuparsi della sua manutenzione.<\/p>\n\n\n\n
Nel corso del 1739, stanti le profonde crepe presenti nel muro della facciata esistente, gli amministratori deliberavano la costruzione di una nuova facciata e affidavano l\u2019incarico di predisporre il disegno all\u2019architetto Bernardo Antonio Vittone. \u201cprobabilmente la scelta cadde sul Vittone perch\u00e9 in quegli anni egli si era affermato progettando alcune importanti opere non lontane da Cambiano, fra le quali la Chiesa Parrocchiale di Pecetto, quella di Riva e il santuario Valinotto a Carignano; inoltre l\u2019architetto aveva dei parenti a Cambiano: il nome Vittone \u00e8 infatti presente nei registri parrocchiali dal 1500 fino alla met\u00e0 del 1800. Infine la Compagnia del SS. Sacramento gli aveva commissionato da poco il disegno per la balaustra dell\u2019altar maggiore.\u201d <\/p>\n\n\n\n
Nel 1740 vennero iniziati i lavori di scavo per la nuova facciata e, rompendo i gradini, si trovarono le fondamenta che risultarono piuttosto compromesse. Il Consiglio avvis\u00f2 subito il Vittone che si rec\u00f2 sul posto per rendersi conto della situazione e, il 18 luglio di quell\u2019anno, assistito dal capo mastro Peruchetti, predispose una relazione che venne trascritta sul libro degli ordinati.<\/p>\n\n\n\n
L\u2019architetto rifer\u00ec \u201cd\u2019aver fatto fare vary esperimenti di longo in longo\u2026di fondamenta e quella ritrovata mancante, vechia, diffettosa e insussistente \u00e0 sostenere il pezo anche della muraglia della Faciata presentanea come ha scoperto e si scorge anche dalle fissure.. penetranti da una parte all\u2019altra e di larghezza e lunghezza indicante qualche prossima rovina non solo di detta Faciata ma anco delle due navi laterali per essere collegate con detta Faciata<\/em>\u201d.<\/p>\n\n\n\n Per maggior sicurezza era quindi necessario costruire nuove fondamenta in base al disegno che il Vittone avrebbe predisposto.<\/p>\n\n\n\n Il 20 luglio il Consiglio Comunale allo scopo di \u201clasciarne memoria ai posteri\u201d convocava i mastri presenti ai primi scavi effettuati sotto i gradini davanti alla facciata, facendo loro rilasciare una dichiarazione giurata su quanto era stato scoperto. I capi mastro Carlo e Christofaro Peruchetti riferivano che si era ritrovato un muro sotterraneo, fabbricato con gli stessi materiali e della stessa \u201cgrossezza\u201d dei pilastri ai quali esso era unito.<\/p>\n\n\n\n I Perucchetti ritenevano che il muro in questione per \u201cfigura e forma<\/em>\u201d costituisse le fondamenta di un vecchio coro posto a levante, confinante con un antico cimitero che terminava davanti alla chiesa ed era elevato rispetto alla strada pubblica. In questo spazio \u201cnero, umido e smosso<\/em>\u201d si erano trovati \u201csparsi in quantit\u00e0 ossi d\u2019umani cadaveri<\/em>\u201d. \u201cDalla parte di mezzanotte<\/em>\u201d si era scoperto un muro di recinzione con \u201cun piccolo canale protendente in longo per il suolo sotteraneo<\/em>\u201d che rivelava l\u2019esistenza di un lavatoio adiacente al coro. Le fondamenta della nuova facciata restavano, \u201cper lo spazio d\u2019oncie nove (cm. 38,53) in dentro verso la chiesa davanti<\/em>” mentre “once nove de vechij fondamenti, rimanenti verso il suolo nuovo, si lascieranno demollite, riempite di terra unitamente al restante distretto concluso<\/em>\u201d.<\/p>\n\n\n\n I lavori terminarono l\u2019anno dopo, ma la vecchia facciata rimase in piedi insieme a quella nuova e non venne demolita se non dieci anni dopo.<\/p>\n\n\n\n Difficile immaginare il motivo di questa scelta che oltretutto non consentiva l\u2019accesso in chiesa attraverso le porte della facciata che erano ostruite da quella vecchia. Si ovvi\u00f2 all\u2019inconveniente aprendo un uscio laterale sul lato sud: cos\u00ec recita un ordinato del 14 aprile 1751.<\/p>\n\n\n\n